SCOMPOSIZIONE E RICOMPOSIZIONE
La crisi del centrodestra dopo le elezioni regionali ha scatenato i moderati di entrambi i poli nell'immaginare scenari che permettano di scomporre gli attuali schieramenti e ricomporli successivamente in un nuovo schema.
Dal centrosinistra si auspica che i "centristi" escano dalla Casa delle Libertà con destinazione, va da sé, Ulivo (o Unione che dir si voglia). Dal centro si auspica invece una nuova Democrazia Cristiana, rinata casa comune del cattolicesimo, va sempre da sé, espressione della moderazione più marcata. Ed è in effetti la seconda l'ipotesi che appare più probabile; nei mal di pancia tabacciani si profila una rinnovata esclusione della sinistra dall'area di governo. Non voglio quindi sottovalutare questo disegno, teso a delegittimare non solo le politiche della sinistra moderata, ma anche la possibilità di portare istanze della sinistra radicale nelle scelte di governo; non mi appaga l'idea di una grande sinistra per sempre d'opposizione.
C'è però un terzo scenario, altamente improbabile ma, a mio avviso, di grande interesse: e cioè una ricomposizione degli schieramenti sul modello della politica francese. Immagino una formazione cattolica e liberale che escluda la destra fascista e di provenienza fascista (Mussolini, Rauti, Alleanza Nazionale, Lega...); a questa si contrapporrebbe l'area si sinistra, dall'ala più moderata a quella più radicale, con buone possibilità di vittoria ed una discreta coesione almeno sul tema dei diritti (sarebbe comunque un passo avanti rispetto all'attuale centrosinistra, diviso su tutto tranne che nel condivisibile giudizio sul pericolo rappresentato da Berlusconi).
Grande avversario di questa ipotesi è ovviamente Fini, che sta tentando in tutti i modi, anche ingoiando bocconi amarissimi come la devolution, di impedire una nuova emarginazione di Alleanza Nazionale, da lui presentata (specularmente ai Democratici di Sinistra) come forza ormai radicata nell'area moderata e saldamente bipolare, pronta al partito unico del centrodestra; anche questo speculare alla Federazione dell'Ulivo, la cui nascita coinciderà con l'affermarsi di un assetto politico assolutamente americano, in cui si sfideranno, nel probabile disinteresse, due fazioni ben poco distinguibili.
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Sfondo gentilmente concesso da Poltrone - Il gioco del ceto politico