L'IRRESISTIBILE LEGGEREZZA DI BODE MILLER

Il cognome Miller ci ricorda due grandi scrittori americani, Henry e il recentemente scomparso Arthur, ma chi è questo Bode Miller, connazionale dei due celebri autori? Se non siete appassionati di sci è per voi probabilmente uno sconosciuto; ma chi segue le competizioni sui pendii innevati sa bene di chi parlo e solo a sentirlo nominare sguinzaglia già la propria fantasia. Nato il 12 ottobre 1977 a Easton, nello stato orientale del New Hampshire, è uno dei 4 pargoletti di una simpatica coppia di eterni hippies. Papa Woody e mamma Jo tirano su i loro figli (le femmine Kyla e Wren, i maschietti Bode e Chelone) in una casetta da loro costruita nei boschi della Easton Valley, senza acqua ed elettricità. Ben presto, a tre anni, Bode mette gli sci ai piedi: a 11 comincia a gareggiare e a 20 debutta in Coppa del Mondo. Gli allenatori yankees si mettono le mani nei capelli per la sua tecnica non ortodossa e per la tattica di corsa scriteriata, ma è il suo stile e non gli impedirà di ottenere grandi risultati. Oggi, dopo due medaglie d'oro ai recentissimi Mondiali di Bormio e al momento in testa alla Coppa del Mondo, è ancora la stessa storia. Per lui lanciarsi lungo una pista vuol dire rischio, velocità, mai calcolo; quello che gli interessa non è solo vincere, ma anche divertirsi e divertire, vivendo la competizione nel modo più rilassato e leggero possibile.

Paragonabile per la mentalità vincente e per lo stile spettacolare ad Alberto Tomba (stupendo sciatore e insopportabile spaccone), è assai diverso dall'emiliano sotto altri aspetti: Bode è uno spirito libero che ama ascoltare il rap e il reggae, girare il mondo, se capita soggiornare in un camper e detesta la mondanità e il lusso. Nell'ambiente dello sci, un po' tradizionalista e imbalsamato, viene considerato un matto o un alieno giunto da un'altra galassia. Il ragazzo di Easton Valley è uno degli ultimi versatili, capace di primeggiare in tutte le specialità: la discesa libera, il supergigante, lo slalom gigante e lo slalom speciale. Il guaio è che molto spesso salta, soprattutto nelle specialità più tecniche come il gigante e lo speciale; ma fa parte del suo modo di gareggiare, tirando sempre al limite del possibile. Quando però arriva in fondo sono dolori per tutti, compresi i grandi atleti dello squadrone austriaco (il Wunderteam). Sintomatico il fatto che in questa stagione, nello slalom speciale, ha debuttato con un trionfo ed è uscito in tutte le altre gare della specialità con i paletti. Così come nella classifica di Coppa del Mondo ha avuto un vantaggio abissale sul giovane austriaco Benny Raich, salvo ritrovarsi avanti di soli 31 punti a poco dal termine. Ma Bode l'alieno, capace di vivere la sua "extraterrestrialità" con assoluta leggerezza, ha preferito regalarci un finale di Coppa incerto e avvincente. Come ai Mondiali in Valtellina di poche settimane fa quando, nella discesa valevole per la combinata che lo vedeva nettamente favorito, ha perso uno sci ma ha continuato a scendere (scandalizzando il candido Thoeni). La gara era ormai andata, rischiava solo di farsi male sul ripido e duro pendio; ma Bode il matto, capace di vivere la sua "follia" con totale noncuranza, ha voluto intrattenere il pubblico, che ha gradito.

FABRIZIO MANTICA