Storia delle Olimpiadi moderne

Parte V: le Olimpiadi globali


I Giochi della XXIV Olimpiade vengono assegnati a Seul, capitale della Corea del Sud, e si svolgono dal 17 settembre al 2 ottobre del 1988. Viene boicottata da 7 paesi (tra cui Cuba e Corea del Nord) ma si può dire che tutto il mondo è presente: 159 nazioni per 8.465 rappresentanti. La regina, nel bene e nel male, è sempre l’atletica. La finale dei 100 metri è una delle gare più valide e appassionanti di tutti i tempi: la vince il canadese Ben Johnson, atleta impressionante per struttura muscolare, con un primato mondiale straordinario di 9”79, Carl Lewis è secondo in 9”92 (primato americano), il britannico Christie è terzo in  9”97 (record europeo) e persino il quarto classificato Calvin Smith scende sotto la barriera dei 10 secondi. Tre giorni dopo arriva la notizia choc: Johnson è stato trovato positivo all’antidoping. Viene squalificato e Lewis riceve la medaglia d’oro, Christie l’argento, Smith il bronzo. Carl Lewis vince anche il lungo (giungendo a 8 cm dal record di Beamon) ma viene battuto nei 200 e nella 4x100, con la staffetta USA squalificata in semifinale.

Il Kenya regna nel fondo (800, 1.500, 5.000 e 3.000 siepi), il sovietico Bubka nell’asta e nella maratona scocca l’ora dell’Italia: nella gara più classica il nostro Gelindo Bordin trionfa sugli africani e bacia la pista al traguardo. La statunitense Florence Griffith-Joyner, che si fa notare per il look aggressivo e per la muscolatura possente (che desta qualche sospetto), sommerge le rivali dei 100 e dei 200 con tempi mostruosi: 10”54 e 21”34.

La piscina dell’Olympic Park ospita il nuoto, dove l’americano Matt Biondi punta ad eguagliare Spitz: si ferma però a 5 successi (dei quali solo due individuali) e nei 100 farfalla viene superato di un solo centesimo da Anthony Nesty del Suriname, che passa alla storia come il primo uomo di colore olimpionico del nuoto. Senza precedenti anche il bronzo conquistato dal nostro Stefano Battistelli nei 400 misti, mentre la tedesca orientale Kristina Otto conquista 4 titoli individuali e 2 in staffetta.   Greg Louganis ripete la doppietta nei tuffi dalla piattaforma e dal trampolino, dove è protagonista di una drammatica testata che arrossa di sangue l’acqua della piscina...

Ritorna nel programma il tennis (affermazioni del cecoslovacco Mecir e della tedesca Graf) e viene introdotto il tennistavolo. L’URSS si aggiudica il titolo della pallacanestro battendo in finale la Jugoslavia. Gli USA, con una selezione di universitari, sono solo terzi: si prendono la rivincita nel volley, proprio contro i sovietici. Il bilancio azzurro non è del tutto esaltante: portiamo a casa 6 ori, 4 argenti e 4 bronzi. Ci imponiamo, oltre che nella maratona, nei pesi piuma del pugilato con Giovanni Parisi, nei minimosca della lotta greco-romana nuovamente con Vincenzo Maenza, confermiamo il dominio nel fioretto grazie a Stefano Cerioni, ci ripetiamo nel due con i fratelloni Abbagnale e vinciamo anche nel quattro di coppia (un equipaggio che comprende Agostino Abbagnale, il terzo fratello). Pesante l’umiliazione che subisce la nazionale di calcio nel girone eliminatorio: lo Zambia ci rifila un sonoro 4-0. Alla fine arriviamo comunque alla finale per il bronzo, battuti dai tedeschi ovest, il titolo va ai sovietici, che vincono ai supplementari una drammatica finale contro il Brasile di Taffarel. Nel medagliere finale gli USA (36 ori) sono solo terzi, superati dall’URSS (55 ori) e dalla Germania Est (37 ori).

 

Le XXV Olimpiadi del 1992, assegnate a Barcellona con il patrocinio del presidente catalano del CIO Samaranch, sono un’ottima vetrina per una nazione in crescita come la Spagna. Il 25 luglio, nello stadio olimpico del Montjuich, re Juan Carlos inaugura il grande evento in una fastosa cerimonia. Sfilano sulla pista 9.367 atleti in rappresentanza di ben 169 nazioni. La Germania riunificata si presenta con un’unica squadra, 12 repubbliche della disciolta URSS gareggiano unite come CSI (Comunità degli stati indipendenti); Lituania, Lettonia ed Estonia schierano una propria  rappresentativa, dalla Jugoslavia si sono separate Croazia e Slovenia, infine tornano Cuba e Sud Africa (dove è finito il regime dell’apartheid). Nello sprint dell’atletica splende la stella del britannico Linford Christie, primo nei 100 metri in 9”96 davanti a Fredericks della Namibia (Ben Johnson esce malinconicamente, ultimo in semifinale).

In una grande finale del lungo Carl Lewis (8,67 metri) supera di un soffio il connazionale Mike Powell (8,64). Due grandi atleti si affermano nell’alto e nel giavellotto: sono rispettivamente il cubano Sotomayor e il cecoslovacco Zelezny. Gli spagnoli trionfano nei 1.500 e nella marcia 20 km; in quest’ultima gara arriva l’unica medaglia per l’Italia, il bronzo di De Benedictis. Il russo Alexander Popov domina lo sprint in piscina (50 e 100 stile libero); le cinesi si aggiudicano 6 tittoli tra nuoto e tuffi, ma la protagonista femminile è la graziosa ungherese Egerszegi (prima nei 100 e 200 dorso, più i 400 misti). La ginnastica annovera l’atleta più vincente: è il bielorusso Vitaly Chtcherbo, con sei ori tra concorso individuale e a squadre, parallele, volteggio, cavallo con maniglie e anelli. Debuttano il baseball, dominato dai cubani, e il badminton.

Senza precedenti la presenza in una disciplina di una selezione realmente invincibile: è il “Dream Team” USA del basket, che schiera gli assi miliardari dell’NBA (la lega pro) con i veti del CIO al  professionismo ormai caduti. La squadra di Jordan, Bird e Magic Jonhson sbriciola qualsiasi avversario e vince di 32 punti la finale con una pur forte Croazia. Anche l’Italia pretende di schierare squadre da sogno: la nazionale di volley di Velasco, che ha vinto tutto e di più, e l’Under 21 di Cesare Maldini, reduce dal titolo europeo.  Arrivano però sconfitte amare: i pallavolisti cedono  all’Olanda nei quarti, come i nostri calciatori eliminati dalla Spagna favorita dall’arbitro. Non tradisce invece il “Settebello” di Rudic nella pallanuoto: dopo un’epica sfida con gli spagnoli, vince 9-8 al sesto tempo supplementare. Terminiamo ancora con 6 ori ma con qualche medaglia in più rispetto a Seul: 5 argenti e 8 bronzi, per un totale di 19.  Si impongono le ragazze del fioretto a squadre, Giovanna Trillini in quello individuale, Fabio Casartelli nel ciclismo su strada, Lombardi nell’individuale a punti della pista e il canoista Pierpaolo Ferrazzi nello spettacolare slalom del kayak.

Un’edizione davvero bella e universale si chiude il 9 agosto: la CSI, che raggruppa per l’ultima volta parte delle ex repubbliche sovietiche, è prima con  45 ori e 112 medaglie totali. Gli USA devono accontentarsi ancora della seconda piazza (37 ori), davanti alla Germania unita (33 ori); la Cina arriva a 16 ori, Cuba a 14 (di cui ben 7 nella boxe). La Spagna ospitante sfrutta il fattore campo inanellando 13 ori.

 

La XXVI edizione del 1996 si svolge per la quarta volta negli Stati Uniti, ad Atlanta  dal 25 luglio al 9 agosto. Sono i giochi del centenario: Atene invoca il diritto a ospitarle, ma viene scelta Atlanta, la città della Coca Cola e della CNN, in nome del business che ormai pervade i Giochi. L’ultimo tedoforo che accende il sacro fuoco nello stadio olimpico è Mohammed Alì, la leggenda della boxe oro a Roma nel 1960, lento e tremante per il morbo di Parkinson. Sono presenti 197 nazioni (tra cui una rappresentativa della Palestina) con 10.318 atleti iscritti. Nel timore di attentati vengono applicate ferree misure di sicurezza, in un apparente stato d'assedio poco gradito ai cittadini e ai turisti venuti a migliaia da tutto il mondo. Ma all’1,20 del 28 luglio, mentre migliaia di persone assistono a un concerto rock nel Centenary Olympic Park, esplode una bomba devastante che uccide due persone e ne ferisce un centinaio. Lo choc è forte ma i Giochi continuano e il colpevole viene subito arrestato.

L’eroe dell’atletica è il ventinovenne texano Michael Johnson, atleta formidabile che a Barcellona aveva deluso a causa di un’infezione intestinale, vincente sui 400 metri e sui 200, in quest’ultima gara con l’incredibile primato mondiale di 19 “32. Cade anche il record dei 100, grazie al canadese Donovan Bailey primo in 9”84 davanti al namibiano Frank Fredericks (9”89 per l’eterno secondo), nella gara più veloce della storia. Bailey trascina poi il Canada nella 4x100vinta sugli USA. Carl Lewis a 35 anni si prende la quarta medaglia d’oro consecutiva nel salto in lungo.

Il fondo è ormai monopolizzato dall’Africa e nella maratona trionfa lo sconosciuto sudafricano di colore Josia Thugware. Protagonista tra le donne è la Perec, che fa il bis su 200 e 400 metri. Una siriana è prima nell’eptathlon e un ecuadoriano nella marcia, a confermare un certo allargamento dei confini dell’atletica. L’onore azzurro è salvato dagli argenti di Fiona May nel lungo, della Perrone nella marcia 10 km, dai bronzi di Lambruschini nei 3.000 siepi e della Brunet nei 5.000. Nel nuoto ancora successi per Popov (questa volta come rappresentante della Russia) che si porta via due ori e due argenti. Il turco Suleymanoglu, nella categoria 64 kg, è il primo pesista a vincere tre Olimpiadi consecutive. Nella palllacanestro si presenta il Dream Team II di Barkley, O’Neal e Stockton ed è un nuovo scontato trionfo. Il calcio premia l’emergente movimento africano con la Nigeria che supera in finale l’Argentina 3-2. Il velista brasiliano Grael si aggiudica la classe Star. Sarà protagonista in Coppa America con Luna Rossa.

Per gli azzurri il bilancio è lusinghiero: siamo la sesta potenza con 13 ori, 10 argenti e 12 bronzi. Il grande ginnasta toscano Yuri Chechi è il re degli anelli, nel fioretto trionfano Alessandro Puccini nell’individuale e le ragazze della squadra femminile, nella spada la squadra maschile, siamo i migliori nell’inseguimento del ciclismo con Collinelli tra gli uomini e la Bellutti tra le donne, ci confermiamo nell’individuale a punti su pista con Silvio Martinello, la mountain bike al debutto è di Paola Pezzo.

 Completano le affermazioni italiane il doppio del canottaggio (con Agostino Abbagnale e Davide Tizzano), il K2 1.000 metri della canoa con Daniele Scarpa e Antonio Rossi (quest’ultimo primo anche nel K1 500 metri), Ennio Falco nello Skeet del tiro a volo e Roberto Di Donna nella pistola ad aria del tiro a segno. Deludono ancora i calciatori di Maldini e la pallavolo, battuta in finale al tie-break dall’Olanda. Gli USA tornano ad essere i migliori con 44 ori e 101 medaglie; dietro la Russia con 26 ori e la Germania con 20. Si confermano quarti i cinesi (16 ori e 50 medaglie).

 

La XXVII Olimpiade, la prima del nuovo millennio, si disputa a Sidney, Australia, dal 15 settembre al 1° ottobre 2000. Partecipano 199 nazioni (di cui ben 80 vanno a medaglia), che portano 10.651 atleti. Nella cerimonia di apertura allo stadio olimpico ad accendere il braciere è l’aborigena Cathy Freeman, atleta simbolo di quest’edizione e vincitrice dei 400 metri piani. Nell’atletica i 100 metri sono conquistati dallo statunitense Greene, vincente davanti a Boldon di Trinidad. Il grande Michael Johnson si ripete nei 400 metri, ma i 200 stavolta sono di un bianco: il greco Kenteris. La maratona torna all’Etiopia, con la vittoria di Abera; nel martello il nostro sorprendente Nicola Vizzoni è secondo dietro il polacco Ziolkowski.

La stella in campo femminile è l’americana Marion Jones: oro nei 100 e nei 200 metri, bronzo nel lungo che incorona la tedesca Drechsler davanti alla nostra May, ancora una volta seconda.

Il nuoto rivela l’olandese Pieter Van den Hoogenband che trionfa nei 100 e nei 200 stile libero, in quest’ultima distanza sconfiggendo l’attesissimo idolo di casa  Ian Thorpe, che si rifà nei 400 stile libero e nelle due staffette del crawl (due storiche vittorie sugli USA). L’Italia maschile è ormai una potenza tra le corsie: il ranista Domenico Fioravanti primeggia nei 100 e 200, l’esuberante Massimiliano Rosolino lascia tutti dietro nei 200 misti (la sua collezione di medaglie comprende anche un argento nei 400 stile libero e un bronzo nei 200). Anche tra le donne si distingue un’atleta dei Paesi Bassi: si tratta di Inge De Bruijn, che sale sul gradino più alto del podio nei 50 e 100 stile libero e nei 100 farfalla.

 I cinesi dominano nei tuffi (dove si gareggia anche nei sincronizzati). I pugili cubani continuano una grande tradizione conquistando 4 categorie; nel baseball, dove sono grandi favoriti, vengono strapazzati dagli Stati Uniti, che non hanno bisogno di schierare le stelle della Major League. Debutta il beach volley, vinto dal duo maschile USA e dalle ragazze australiane. Il Dream Team, nella sua terza versione con Jason Kidd, Vince Carter e Kevin Garnett, dopo aver rischiato un’incredibile eliminazione in semifinale con la Lituania  regola in una sofferta  finale i francesi. Il vero team dei sogni a stelle e strisce è il doppio femminile del tennis formato dalle sorellone Serena e Venus Williams, che nella finale rifila alle olandesi un eloquente 6-1 6-1 (Venus si impone anche nel singolare). I calciatori del Camerun, noti come “leoni indomabili”, piegano in finale ai rigori la Spagna, che ha eliminato nei quarti gli azzurri di Tardelli. L’Italia colleziona gli stessi 13 ori di Atlanta, ma con 8 argenti e 13 bronzi ottiene nel totale una medaglia in meno (34 contro 35). Oltre ai nuotatori, si laureano campioni olimpici i canottieri azzurri del quattro di coppia (formano l’equipaggio Raineri, Sartori, Galtarossa e Agostino Abbagnale, per la terza volta olimpionico), il judoka Giuseppe Maddaloni nella categoria 73 kg (è la prima affermazione italiana in questa disciplina), la squadra maschile della spada (composta da Rota, Milanoli, Randazzo e Mazzone), quella femminile del fioretto (con la Vezzali, la Trillini e Diana Bianchedi), la stessa fiorettista Valentina Vezzali nella prova individuale, la ciclista Antonella Bellutti nella corsa a punti su pista, la mountain biker Paola Pezzo che si ripete nel Cross Country, la canoista Josefa Idem nel singolo del kayak 500 metri, la coppia Antonio Rossi e Beniamino Bonomi nel doppio del kayak 1.000 metri e la velista Alessandra Sensini nella classe Mistral (vale a dire il windsurf).

Gli Stati Uniti si confermano la potenza principale: il loro bottino è di 39 ori, 25 argenti e 33 bronzi.  Si piazza onorevolmente al secondo posto la rappresentativa russa, che ottiene 32 ori, 28 argenti e 28 bronzi. La Cina è la terza forza con ben 28 ori vinti, mentre l’Australia padrona di casa regala al suo appassionato pubblico 16 medaglie dorate, di cui la metà ottenute nel nuoto, nella vela e nella pallanuoto femminile.

 

I Giochi della XXVIII Olimpiade si svolgono ad Atene, dove si era già tenuta la prima edizione del 1896. Si disputano dal 13 al 29 agosto 2004 e vi prendono parte 201 nazioni (di cui 75 vanno a medaglia) che portano 10.500 atleti.

Nei 100 metri dell’atletica si impone l’americano Justin Gatlin, che non è favorito, al fotofinish sul portoghese Obikwelu. Nei 110 ostacoli il cinese Liu porta a casa l’oro ed eguaglia il record mondiale, mentre nei 400 ostacoli si impone il dominicano Sanchez. La stella del mezzofondo è il marocchino El Guerrouj, che domina 1.500 e 5.000. Nel salto con l’asta due americani sono ai primi due posti, Mack e Stevenson, con il nostro Giuseppe Gibilisco buon terzo.

Nella staffetta 4x100 lo squadrone Usa sbaglia un cambio e viene clamorosamente battuto dai britannici. Nei 50 km della marcia il polacco Korzeniowski cattura il suo quarto oro olimpico, mentre nei 20 km vince a sorpresa l’azzurro Ivano Brugnetti. Grande impresa nella maratona di Stefano Baldini: l’emiliano si impone nella gara più prestigiosa.  In campo femminile la giamaicana Campbell vince i 200 metri con un grande tempo.

Nel nuoto si attende il fenomeno a stelle e strisce Michael Phelps, che non tradisce: alla fine si aggiudica 4 ori individuali e 2 nelle staffette, con il record mondiale nei 400 misti. Ian Thorpe  (oro nei 200 e nei 400 stile libero) difende bene l’onore dell’Australia, che spopola nel ciclismo su pista: 4 ori maschili e uno femminile.

Nella prova ciclistica su strada trionfo del nostro Paolo Bettini (terzo è il figlio di Eddy Merckx, Axel). Memorabile nella ginnastica l’impresa dell’azzurro Yuri Chechi agli anelli: nella gara vinta dal greco Tampakos è suo il bronzo, alla veneranda età di 35 anni.

Nella specialità della sbarra è primo il nostro Igor Cassina.

Nel pugilato 5 ori vanno a Cuba, che si riprende il titolo del baseball. Negli sport di squadra maschili grandi risultati per le formazioni sudamericane: il Brasile prevale nella pallavolo (3-1 nella finale con l’Italia). Nel calcio domina lo squadrone argentino, che elimina gli azzurri in semifinale e regola 1-0 il Paraguay nell’incontro valevole per l’oro. L’Italia si consola con il bronzo (1-0 all’Iraq nella finalina). Nel basket i biancocelesti dell’Argentina, trascinati da Ginobili, arrivano all’atto conclusivo contro l’Italia dopo una storica impresa: l’eliminazione in semifinale del Dream Team americano. Gli statunitensi però non schierano i migliori in assoluto e subiscono la prima sconfitta olimpica per un Dream Team già nel girone eliminatorio, addirittura contro Portorico. Alla fine sono solo terzi. L’oro è per l’Argentina; gli azzurri escono a testa alta dalla finale, con in tasca un preziosissimo argento. Nella pallanuoto uomini si impone la grande Ungheria; nel torneo femminile oro al Setterosa italiano, che supera in finale la Grecia 10-9 (dopo 2 tempi supplementari).

La spedizione italiana torna a casa con 10 ori, 11 argenti e 11 bronzi. Arretriamo rispetto a Sidney e Atlanta, ma otteniamo una vittoria pesante nella maratona. Dalla solita scherma arrivano gli ori di Aldo Montano nella sciabola, del fioretto maschile a squadre (Sanzo, Cassarà, Vanni) e di Valentina Vezzali nel fioretto; sono d’argento Salvatore Sanzo nel fioretto individuale, la sciabola maschile a squadre (Montano, Pastore, Tarantino) e Giovanna Trillini nel fioretto individuale, mentre Andrea Cassarà nel fioretto maschile ottiene il bronzo. Nel nuoto è seconda nei 200 stile libero la giovanissima Federica Pellegrini, mentre la staffetta maschile 4x200 stile libero con Brembilla, Rosolino, Magnini e Cercato è bronzo (prima medaglia di sempre in una staffetta del nuoto). Nello skeet individuale del tiro a volo successo per Andrea Benelli, argento nel trap per Giovanni Pellielo; nel tiro a segno è seconda Valentina Turisini nella carabina libera a 3 posizioni. Nel tiro con l’arco storico oro per Marco Galiazzo.

Nel concorso a squadre della ginnastica ritmica è argento per le azzurre (Blanchi, D’Ottavio, Falca,  Masseroni, Santoni e Vernizzi). La canoa ci regala 2 argenti: Beniamino Bonomi e Antonio Rossi nel kayak 1.000 metri, tra le donne Josefa Idem nel kayak 500 metri. Dal canottaggio arrivano 3 bronzi: nel 4 senza pesi leggeri (Bertini, Amarante, Amitrano e Mascarenhas), nel 2 di coppia (Sartori e Galtarossa) e nel 4 senza (Agamennoni, Dentale, Leonardo e Porzio).  Nella vela classe mistral (il windsurf) è solo terza Alessandra Sensini. La boxe ci porta un bronzo, con Roberto Cammarelle nella categoria supermassimi; infine nel judo femminile 78 kg è bronzo per Lucia Morico.

Nel medagliere complessivo gli Usa sono sempre primi (35 ori, 39 argenti, 29 bronzi) ma la Cina si avvicina a soli 3 ori. La Russia è solo terza, davanti a Australia e Giappone. I greci padroni di casa chiudono con 6 ori.

I Giochi della XXIX Olimpiade si svolgeranno a Pechino nel 2008.

Fabrizio Mantica