Annuntio vobis gaudium magnum.

I'm a changeling, see me change.

I'm a changeling, see me change.

(The Doors, "The Changeling")

E finalmente il salto di qualità.

Italiani fino al midollo, italiani nell'intimo, da destra a sinistra in un coro affiatato, non rinunciamo alle nostre miserie, alle piccolezze del belpaese.

Al massimo ci siamo potuti permettere, dopo i (ne)fasti del ventennio (che pure in quanto a ridicolo, seppure nella tragedia, non ha certo scherzato), un regimetto, un collage di urletti di un uomo che incarna (o in-corna?) la tragedia del buffone, come gli dicono ormai abitualmente a Palazzo di Giustizia; un collage di urletti, dicevamo, e di mai velate minacce, di schifani e bondi e elioviti all'arrembaggio, mai patetici perché geniali nella loro sincera demenza di piccoli ometti il cui unico vezzo è la fedeltà incrollabile al capo. Un collage di strilli contro i vari biagi e santori, comunisti inveterati (biagi?) o pecorelle smarrite, un collage di latrati e ghedini, un collage di canottiere e manganelli, un po' sbiadite le prime, ancora sporchi di sangue i secondi. Ma appunto un regimetto, un tribunale dell'inquisizione gestito da deficienti, che fa persino un po' ridere mentre ti condanna a morire.

Ma eccolo il salto di qualità. Infine approdati al capitalismo maturo, possiamo ora assistere a solenni riunioni di porporati, di finanzieri di grande carisma (ma Romiti ci ricorda tanto Filini, sempre in procinto di organizzare catastrofiche imprese, e ci viene il dubbio che la saga fantozziana meriti una lettura squisitamente politica), solenni riunioni di ricchi e di potenti intonsi ed intangibili; solenni riunioni per decidere cosa? Che la democrazia è fatta anche di stanchezza, di personale ambizione ad altre esperienze, di scelte difficili ma dovute: e così il debortoli di turno si fa da parte, provato e pacifico (si allude?), un po' comunista (anche lui?), ma soprattutto un po' scomodo, lasciando che il maggiore quotidiano italiano (maggiore in quanto a vendite) navighi docile in acque amiche. Ma il debortoli di turno dove lo mettiamo? Mica che poi vada sul serio al manifesto, che questo non lo spieghiamo più; destiniamolo ad altro incarico, la formula tipo con cui si silura chi ci sta un po' sui coglioni.

E così Bush ci stimerà ancora un po' di più. Che invidia a sinistra...

Marco Franchini