LIBERIAMOCI DEL NUOVO MERCATO E DEI SOGNI DI GLORIA...
Non lasciatevi ingannare dalle dichiarazioni di fiducia del Governo, la luce in fondo al tunnel è ancora lontana. L'economia ha stagnato per due anni e la borsa dal 2001 ha perso il 50% degli investimenti, con picchi dell'80% nel Numtel. Solo verso la fine del 2003 il trend negativo si è interrotto con continue oscillazioni che mantengono ancora instabile il mercato. Le continue voci di ripresa sono inevitabili in un sistema che ha sempre più bisogno di liquidità e dove la gente deve essere spronata a reinvestire (ma ricordano molto il vecchio adagio "al lupo, al lupo"). Le grandi multinazionali e il settore finanziario hanno inflitto tagli spaventosi al proprio personale, limitandosi a compiere fusioni per poter sopravvivere. Sì perché, alla fine, chi ha pagato il prezzo più salato sono stati i piccoli risparmiatori e i colletti bianchi, la nuova classe proletaria della new economy.
In un regime di bassa occupazione gli uffici, spesso sotto organico, sfruttano i dipendenti con turni overtime senza pagare a volte neanche gli straordinari. E questa dedizione alla società diventa un valore, un vanto, l'immolazione alla causa del profitto aziendale, tanto che si fa a gara per chi si spinge di più oltre le otto ore standard. Chi si ricorda della simpatica moda (importata dal Giappone) di inserire sale ricreazione e sale brandine, per trattenere in ufficio i dipendenti il maggior numero di ore? Tutti contenti e sorridenti di farsi una partita alla playstation o una pennichella di dieci minuti, tra un turno e l'altro…
Nel 2003 orde di disoccupati, mobilitati, cassintegrati si aggiravano per l'Europa, incazzati neri con la bava alla bocca, in cerca di appigli, riconversioni, annunci di lavoro fantasma. Ma quali aziende avevano ancora i soldi da investire nel replacement, quando si erano tagliati gli ultimi investimenti della formazione?
Dopo il breve periodo di vacche grasse, in cui ci avevano illuso che tutto era possibile: guadagnare milioni di euro aprendo un portale sul web vendendo e-nothing, investire il più possibile a piazza affari, gallina dalle uova marce, mentre i tassi dei buoni statali precipitavano (si sa che quando anche il misero pensionato si mette ad investire non è un buon segno... è ora di vendere e orientarsi verso il mercato immobiliare), la crisi si è abbattuta inevitabile e il sistema è imploso su se stesso. Le miriadi di web-factory hanno visto azzerarsi i propri profitti e solo le mega multinazionali, boccheggiando e sciabolando teste sono sopravvissute a stento. Diverso è il destino per i pezzi grossi, coloro che muovono le pedine nella sala dei bottoni, coloro che ne escono sempre puliti, anzi con le tasche piene. Per allontanare un dirigente, prima che la nave affondi, le società sono disposte a rilasciare cifre esorbitanti di buonuscita. Cifre che basterebbero a pagare attici in centro, proporzionate chiaramente agli stipendi dei suddetti. Mentre un impiegato guadagna infatti uno stipendio da fame, inferiore a qualsiasi operaio specializzato, stipendi tra l'altro bloccati da ormai quattro anni, i dirigenti vedono decuplicare i propri introiti grazie a promozioni spesso ingiustificate, attuate solo per tenersi in casa i cervelloni e disincentivare l'elevato turn-over.
Ho visto programmatori ultratrentenni, soldatini in forza di società di consulenza, piegati sui loro PC dalle 9.00 alle 22.00, guadagnare 900 euro al mese, mentre i loro Project Managers, sorseggiavano champagne in compagnia degli amministratori delegati delle società clienti. Ho visto pagare i propri dipendenti con pacchetti azionari (intimati a non svendere!!!) che nell'arco di sei mesi si sono svalutati del 70%. Chiaramente oggi buona parte di questi dipendenti sono a spasso...
Questa gente non è colpevole perché si è arricchita impunemente sulle nostre spalle in modo spropositato e senza ritegno, è colpevole perché ha infranto i nostri sogni, le illusioni coltivate in segreto di veder moltiplicati i nostri piccoli risparmi che uniti a quelli di molti altri hanno contribuito a creare i loro imperi e, per chi ha subito anche l'onta del licenziamento, l'illusione di poter lavorare in modo sereno senza l'incubo di poter rimanere a casa da un giorno all'altro. Per questo motivo squali come Tanzi andrebbero murati (con cemento armato) nei caveau delle banche che lo hanno sorretto e spalleggiato in questi 15 anni, ricoperti di tritolo… in attesa del nuovo Boom economico.