Si dice che in Italia la sinistra non possa nemmeno immaginare di presentarsi unita e sola alle elezioni "perché qui per governare bisogna allearsi col centro", mentre negli altri paesi europei non c'è questa necessità. Contesto che questa sia una specificità italiana. In un paese come la Francia il centro è considerato marginale, si preferisce parlare di destra e sinistra, eppure nel Partito Socialista la componente a tutti gli effetti centrista è tutt'altro che minoritaria; sia nel PS che nella SPD tedesca (per tacere dei laburisti inglesi...) l'ala sinistra è anzi ridotta e vista come intralcio o, in alternativa, come area adatta a raccogliere (in silenzio) i voti più radicali: è questo il modello che i vari Fassino e D'Alema perseguono.

Credo che il punto sia un altro, e cioè che qui il centro si identifica con buona parte dell'area cattolica (e il resto di quest'area si colloca nella destra, un po' come avviene ai democristiani tedeschi). Posto che sia comunque discutibile l'essere centrista, è indubitabile che ciò sia cosa ben diversa dallo stare in politica seguendo la propria ispirazione cattolica. Ispirazione che ha portato i cattolici di ambedue gli schieramenti a votare leggi intolleranti, volte ad imporre la propria visione della vita.

E allora, proprio nel momento in cui solo piccole frange della sinistra mettono in discussione l'accordo coi petali catto-centristi, mi chiedo se valga davvero la pena cercare un'alleanza in cui "per spirito di coalizione" si rinunci a proposte di sinistra, laddove l'area cattolica se ne infischia della suddetta coalizione quando si tratta di obbedire ai vescovi ed al papa (o chi per lui)? E' davvero possibile accettare ad esempio la legge sulla procreazione assistita o l'idea di far pagare allo Stato gli stipendi degli insegnanti delle scuole private (si scrive private e si legge cattoliche, io personalmente ne contesto anche l'esistenza)?

Detto in altro modo, non si tratta di allearsi con un'area di centro, orientata alla moderazione ed al compromesso tra pulsioni del capitale e difesa del welfare, ma con un'area cattolica votata all'intolleranza, impermeabile alla laicità ed in fondo distante anche dai propri (pochi) elettori.

E' utopico sperare di non sentir più parlare di immacolata concezione, cercando eventuali alleanze sulla base di un programma comune che sia progressista almeno a livello di diritti civili e libertà personali?

Marco Franchini