veneto.
venezia.

Sezione Sette Martiri
Corte Nuova (angolo Fondamenta della Tana)
Castello

Venezia

Quello che andiamo a presentare è uno dei pochi angoli ancora vergini nel territorio ruffian-mondano veneziano. È evidente che, essendo una sezione del partito della Rifondazione Comunista, qualcuno avrà difficoltà a varcarne la soglia. Ecco, questi personaggi possono indirizzarsi verso l'Harry's Bar, dietro piazza S. Marco, per ingollare il Bellini del Cipriani, famoso in tutto il mondo… Per i sopravvissuti, invece, questa è l'occasione per conoscere una osteria-enoteca sui generis nel cuore del quartiere più popolare di Venezia.
Dislocato proprio tra l'Arsenale e i Giardini, lungo il Rio della Tana, la Sezione 7 Martiri  è tappa obbligata per chi vuole bere un cicchetto, mangiare due fette di salame e chiacchierare in compagnia di avventori un po' brizzolati (questi veterocomunisti…) Assolutamente vietato è invece fumare, anche perché il locale è assai ristretto. Quindi i nicotomani sono pregati di pippare fuori dell'uscio, davanti al canaletto.
L'ambiente è molto familiare, l'arredamento ricorda i vecchi circolini anni '60, con tavolini e sedie in formica (nulla è cambiato dai tempi di Longo…) Alle pareti qualche foulard falcemartellato (di cui ci è stato fatto dono, con commozione e conversione compresa!) e ritratti vari di Lenin-Gramsci-Che Guevara. Oltre a bianchini e chiaretti, la casa offre piccoli spuntini ideali per aperitivi caserecci (affettati e formaggi locali), non mancano grappe-iquori-amari al bar. I prezzi sono talmente ridicoli che vi lasciamo la lieta sorpresa. Dall'alto ronza la TV, spesso accesa per seguire gli avvenimenti sportivi domenicali e ascoltare le ultime notizie. Se però la sera gioca il Venezia, evitate di passare (o si va al vicinissimo stadio o si tifa a porte chiuse).

il castello del popolo:
La riva degli Schiavoni fu ampliata nel 1780 e andava dal Ponte della Paglia a quello della Ca' di Dio. Nel 1935 si iniziarono i lavori per collegare Ca' di Dio ai Giardini e si inaugurò così nel 1937 questo lungo tratto di fondamenta che diede continuità alla lunga passeggiata. All'inizio questo nuovo tratto doveva chiamarsi "Mussolini", ma si preferì quello di Riva dell'Impero per celebrare le conquiste africane. Con la caduta del fascismo si mutò di nuovo il nome con Riva dei Sette Martiri, in memoria di 7 partigiani fucilati dai nazifascisti. Scoprimmo questo luogo ameno quattro anni fa, di ritorno dai Giardini della Biennale, intrufolandoci nelle calli verso l'Arsenale... Attraversando il quartiere del Castello si respira l'aria popolana, che in altre zone di Venezia è offuscata dal brulichio incessante di turisti e dal moltiplicarsi di localini e grapperie destinate a tasche più agiate. I palazzi e le Ca' nobiliari del canal grande sono assai lontani. Qui i canali si fanno meno fitti e si incontrano addirittura dei viali (come via Garibaldi) circondati da palazzi piuttosto alti rispetto alla media (secondi per altezza solo al Ghetto Novo). Scrostati ed ammuffiti sventolano impunemente panni stesi e bandiere rosse, come quella che ci accoglie all'ingresso della mitica sezione 7 martiri.