salento.
lecce.

Osteria da Angiulino
via Principi di Savoia, 24 (Porta Napoli)

Lecce
tel. 0832-245146
chiuso la domenica

 

Che dire dell'Angiulino detto il Picione (non ho idea del perché, magari mi informo quest'estate a Lecce, ops! fra l'altro mi dicono che in milanese sarebbe una parolaccia, ma voi non fateci caso, siete o no cittadini del mondo!). Più che un'osteria è un'istituzione, un luogo di ritrovo, una casa. A Lecce un tempo di osterie ce n'erano tante, ora la mia memoria se ne ricorda solo un paio (ma io non faccio testo, sono troppi anni che mi sono padanizzata e che di notte invece di pregare Sant'Oronzo invoco il Dio Po, poi mi sveglio tutta sudata... ma questa è un'altra storia e io come al solito divago...). Mangiare al Picione si mangia come a casa mia, uguale (va be' magari la parmigiana mio papà la fa meglio). In pieno centro storico leccese, sotto balconi ricamati con dovizia da scalpellini nel '600 e soffitti a volta, si trova questo luogo di culto della gastronomia leccese low cost. Per cominciare nu bicchieri de mieru non si rifiuta mai (ah! anatema, non sapete cos'è il mieru? ...allora che parlo a fare? anni passati a leccesizzare il mondo non son serviti a niente? cosa dite esagero? ma va là!!! va be'… è il vino). Dicevo, tra un bicchiere e l'altro come antipasto qualche polpettina di carne di cavallo fa la sua figura col palato, che peraltro si può piacevolmente intrattenere con i crocchè di patate, un po' di peperoni alla pizzaiola e due melanzane "alla poverella". Come primi non manca la pasta fatta in casa, orecchiette e maccheroni al sugo in testa. Ma sui secondi vorrei soffermarmi (a proposito, per chi di voi non è abituato alle unità di misura dei piatti del sud, cioè primi che sfidano il cupolone michelangiolesco e fettine della circonferenza dell'intero animale da cui provengono, consiglio di non ordinare primo e secondo subito, attendete un attimo, anche qualche giorno). I secondi dall'Angiulino sono diversi, ma per me c'è solo il cavallo, fettine alla brace e "pezzetti" al sugo, un po’ piccanti quel tanto che basta, delizia per il palato e per la tasca. Negli ultimi anni il Picione è diventato un posto frequentatissimo da ragazzi, studenti, per la maggior parte un po’ fuori corso, dato che la pausa pranzo trascorsa all'osteria aiuta la socialità… un po’ meno la concentrazione, ma anche i professori non disdegnano. E comunque dai leccesi in generale che per una sera non hanno voglia di cucinare. E poi, scusa, si mangia bene e si spende poco… e allora! Dopo cena vi assicuro che una passeggiata per le giravolte, i vicoli antichi e malfamati di Lecce, vi sembrerà catartica, sarete in pace con voi stessi, avrete raggiunto il Karma, vi si apriranno tutti i pori del Chakra, anche se avrete qualche problema di chiusura della lampo, e vorrete prendere la cittadinanza leccese, che naturalmente vi sarà conferita se canterete con perfetto accento: Mieru mieru mieru la la! Quanti culuri me face cangià!

southern barocco
Mollemente adagiata sulle colline… ehm, sulle rive… ops, sul bacino… manco, sul mare… nemmeno, vicino a un ruscello… macché. Lecce è sorta a 10 km dalla costa, non ci sono fiumi, laghi, colline, monti o valli. Ai tempi quando ancora non c'era Lecce non c'erano neanche divertimenti o/e luoghi di aggregazione. Solo ulivi e cicale. È capitato lì non si sa bene il perché. E poi è cresciuta molto più di Otranto e Gallipoli, che pure all'epoca dei Messapi erano importanti città portuali. Forse perché è situata a nord della sua provincia, l'avamposto del Salento, la vedetta sudista, che cura i rapporti col resto della penisola. Lecce. Ho sentito dire che Lecce è la Firenze del Barocco, del Marocco, forse anche del Madagascar. Ho sentito dire che è come Roma, Venezia e Porto Cervo assieme. Ho sentito sussurrare che dai rubinetti delle case fuoriesce miele, vino rosato e qualche frisella. Lecce. Un mito. Un'apocalisse. Vedi Lecce e poi muori. A Lecce infatti prima o poi ci vanno tutti. A Lecce ci sono i pasticciotti che ti risollevano il morale. Ci sono i rustici, cattive compagnie, che ti inducono in tentazione. Le facciate delle chiese ti tolgono il fiato. I vecchi portoni, i cortili, i balconi ti circuiscono. Le stradine si chiamano giravolte perché ti ri-portano a Lecce. A Lecce ci sono i leccesi. Io sono nata a Lecce (si era mica capito?).