TELEGIORNALE ROSA, GIALLO E NOIR

Primo atto

 

La giornalista, la bionda Filippa Marini, fissa la telecamera e avvia il telegiornale: <Signore e signori, iniziamo con un servizio su una tremenda catena di delitti. Una serie di crimini che ha macchiato di sangue la capitale della nostra regione. Ricorderete tutti quel serial Killer che otto mesi fa giunse agli onori delle cronache? Sì, quel bieco individuo che decapita ed infilza il cuore delle sue vittime …> La telecronista è interrotta dalla collega, la bruna Tina Paralodi: <Veramente prima ne trafigge il miocardio e poi le decapita! Altrimenti che sofferenza provocherebbe loro?> Filippa, mentre sotto il tavolo sferra un calcio alla collaboratrice, le fa un sorriso a denti stretti: <Grazie per la precisazione! Ma questo lo potremo chiedere adesso all’assassino! Dunque, dicevo, che l’omicida è stato arrestato proprio un’ora fa dal commissario Bossettoni! Prima che fosse trasferito in questura, ha però concesso un’intervista in esclusiva!> La bionda redattrice usa frasi brevi, in modo che tra un punto e l’altro possa cambiare telecamera. Il passaggio tra un’inquadratura e la successiva, è accompagnato da un ondeggiamento dei capelli e dei prorompenti seni, che dondolano, si dimenano, nonostante il maglione di lana cerchi di tenerli fermi. Interviene un terzo contendente, l’abbronzatissimo Cuco Zucca, che ruba le telecamere alla bionda e alla bruna: <Aspettiamo ora un’imminente comunicazione della regia, per metterci in collegamento con il nostro inviato! Ecco che ci giunge un messaggio!> Una valletta in biancheria intima nera porta dalla regia un biglietto con la notizia. Quando si china per passarla al giornalista, fa in modo che il cameraman possa insinuarsi con l’obiettivo dentro la vertiginosa scollatura. A Zucca cade una lente a contatto dentro la gola profonda di quei seni. Si accinge a recuperarla con le mani. La Paralodi approfitta di quello smarrimento, rompe un bottone della camicetta, apre uno scorcio sull’abissale meraviglia delle sue mammelle… e gli ruba il messaggio e la telecamera: <Ebbene, sì, eccovi quindi la nostra esclusiva intervista con l’assassino!>.

 

Sul video, da una camionetta della polizia, assieme all’omicida in manette, appare Cuco Zucca. Il cronista si gira verso la telecamera in modo da fare fluttuare il ciuffo biondastro: <Cari telespettatori ecco a voi il mostro! Pensate che nel suo appartamento sono stati rinvenuti, sopra il caminetto, i trofei che estirpava alle sue vittime! Ma ci dica, caro assassino, perché uccideva quegli uomini?> L’arrestato, guarda in cagnesco il cronista e il cameraman: <Io non ammazzavo uomini: quelli non erano esseri umani, ma mostri che mi limitavo a giustiziare! Ha capito?!> Il giornalista non se la sente di contraddirlo e passa la linea allo studio: <Avete domande da porre all’assassino, no, cioè, volevo dire, il giustiziere?> Tina Paralodi, stacca un altro bottone dalla camicetta che apre un panorama più vasto del Monte Rosa e del Monte Bianco: <Allora, come faceva a riconoscere quei mostri dalle sembianze umane?> Persino il bieco omicida, mentre si aggrappa al sedile del cellulare in curva, sorride alla cronista: <Ebbene, non mi crederete, ma nonostante il crollo del muro di Berlino, e la messa al bando dei partiti marxisti… quei soggetti erano comunisti! Qualcuno di loro si camuffava dietro la socialdemocrazia, dietro il pretesto della lotta all’evasione fiscale, al falso in bilancio, o alle pensioni d’oro, ma il loro cuore era co-mu-nista!> A quella notizia, il pubblico è preso dall’orrore. Persino i seni della Paralodi sembrano ritrarsi inorriditi, persino il maglione di Filippa Marini sembra afflosciarsi. La Marini chiede <Ma perché decapitarli e infilzarne il cuore? Non poteva bastare un proiettile in testa?> L’assassino sorride fieramente: <Dovevo farlo! Quelli non erano uomini, ma vampiri!> Da un angolo della camionetta della polizia, si fa avanti Cuco Zucca che domanda: <Siamo quasi arrivati al commissariato! Avete altre domande dallo studio da rivolgere al giustiziere?> Interviene Filippa Marini, dalle sue attillate vesti di direttrice del telegiornale: <Ma forse Cuco Zucca, vorrebbe chiedere qualcosa…> Si è dimenticata che Il giornalista non è più in studio, ma dall’altra parte della telecamera. Decide quindi di passare ad un'altra notizia: <Bene! Chiudiamo il collegamento con il nostro inviato e passiamo ad un altro delitto!> La Paralodi, che non ha mai perdonato alla collega che sia giunta alla guida del telegiornale senz’alcuna esperienza giornalistica, la corregge: <Veramente non sta bene fare seguire due notizie cruente consecutive: occorre alternare il sangue con le lacrime!> Filippa Marini deve darle ragione, sorridendole a denti stretti: <E’ vero! Grazie per avermelo ricordato! Passiamo ora la linea alla nostra inviata da Voghera!  Una casalinga della ridente cittadina ha le stigmate!>.

 

La linea passa alla piazza di Voghera e inquadra l’inviata, una mora, che sebbene sia vestita in modo castigato, casto, appare provocante. La bruna reporter è ammantata sotto degli abiti da suora, ma sorride maliziosamente. Un momento, ma quella è la Paralodi! <Ebbene sì, sono io la vostra Tina! Direttamente dalla piazza di questa ridente cittadina, potrete assistere in diretta al miracolo delle stigmate!> La miracolata di Voghera si rimbocca le maniche della maglia e il bordo della gonna per mostrare le sue piaghe. <Un momento -obietta la Paralodi- occorre rialzare gli indici dell’Auditel! Non basta mostrarsi cosi! Si spogli! Esibisca la carne in tutta l’interezza!> La casalinga cerca di tergiversare, balbettando che fa freddo. <Su! -la incoraggia l’inviata- le concedo di tenersi mutandine e reggiseno!> La signora comincia a scoprirsi, ma a questo punto interviene Filippa Marini dallo studio: <No, no, così non va! Lei non si sta svestendo per sé, ma per le telecamere! Riprenderemo lo spogliarello quando sarà stato organizzato un degno ballo con l’accompagnamento musicale! Intanto procediamo ad una breve interruzione pubblicitaria di un quarto d’ora!>.

 

Quando riprende il collegamento in studio, Cuco Zucca è con la testa dentro la scollatura della valletta che cerca di recuperare la lente a contatto che vi aveva smarrito. Ma la ricerca speleologica è vana, cosicché, quando il volto del giornalista è inquadrato, ha un occhio azzurro ed uno bruno.

 

Dopo appena diciannove minuti di pubblicità, riprende il collegamento da Voghera. La casalinga si accinge a svestirsi per mostrare le stigmate, accompagnata da un’orchestra che suona Joe Cocker e da un manipolo di majorette. Lo spogliarello procede per il meglio, ma quando l’attenzione giunge al culmine… ci si accorge che la donna ha la cellulite! Per ovviare all’inconveniente, la bruna inviata si strappa il velo di dosso e lascia ammirare le prorompenti mammelle, imbrigliate a fatica dal reggiseno. Ingelosita, Filippa Marini, che ha indossato un maglione ancora più attillato, chiede la linea e gonfia il petto, fino a fare scricchiolare la maglia. Per risponderle, Tina Paralodi si toglie la gonna. Il collega Cuco Zucca reagisce facendo flessioni. La bionda replica presentando le notizie, mentre saltella con una corda, ciò che le consente di fare oscillare i seni in un’effervescente scossa sismica. Zucca contrattacca facendo flessioni su un braccio. La direttrice del telegiornale si affretta a togliere la linea e a rimandare in onda la pubblicità.

 

Mentre sullo schermo si susseguono giovani dee della bellezza che pubblicizzano creme antistress, antipallore, antiacne, o contro le rughe, la cellulite, il grasso, o il colesterolo… Filippa Marini dà ordini all’inviata: <Presto, devi rimediare alla situazione! So che ti spoglieresti volentieri in pubblico! Sei capace di farlo… Brava, ma non basta, devi aggiungere un miracolo, devi farti venire le stigmate!> Viene deciso di lasciare in sospeso il collegamento con la piazza del miracolo di Voghera, per un’altra notizia.

 

La linea passa al ponte della Becca, sul Po’, dove Cuco Zucca, sta organizzando un nuovo servizio: <Signori, signorine e signori, eccovi in diretta sul Po. Una volta questo era un fiume dove si pescava e si faceva il bagno. Da decenni ormai è divenuta una gigantesca fogna a cielo aperto. Il governo ha deciso di risolvere radicalmente il problema dell’inquinamento che ha fatto del più grande fiume italiano una cloaca esposta all’aria. L’autorità ha quindi deciso di adottare la stessa soluzione presa a Milano con i navigli che giungevano fin presso al duomo: coprirà questa nauseante distesa d’acqua! Il Po non offenderà più né gli occhi, né il naso: il fiume sarà seppellito sotto una coltre di catrame e al suo posto sorgerà un’autostrada! In questo modo si coglieranno due piccioni con una fava: si risolverà un importante problema ecologico-igienico ed uno viario! Cari piccioni miei, applaudite il nostro primo ministro! Il capo del governo ha assicurato si occuperà direttamente lui della faraonica impresa: guiderà lui in persona i cantieri, attraverso l’impresa edilizia di sua proprietà! Questo accumulo di cariche sarà un grave sacrificio per lui, ma il bene comune non ha prezzo: i miliardi che incasserà la sua società edile risulteranno quindi irrisori in confronto al titanico onere di lavoro che si dovrà assumere!! Cari elettori, udite e applaudite: ogni area di servizio della futura autostrada a sette corsie, sarà dotata di un circuito di formula uno e di uno stadio!!!>.

 

La direttrice del notiziario riprende la linea con le lacrime agli occhi: <Ringraziamo il capo dello stato per l’ennesima impresa che ci ha regalato! Ma ecco che mi giunge una comunicazione.> La regia invia un messaggio alla bionda giornalista, tramite un culturista ossigenato in pantaloni e cravatta, a torso nudo. La cronista ringrazia il valletto dandogli un pizzicotto sul sedere e riferisce: <Bene, mi dicono che può riprendere il collegamento con Voghera, dove una spogliarellista esibirà in diretta le sue stigmate!> La telecamera inquadra la piazza di Voghera, gremita da una folla, con al centro una giovane in abiti da monaca, circondata da una schiera di ragazze pompon. Presenta l’evento, l’inviata del telegiornale, la bruna Tina Paralodi: <Gentile pubblico, mi spiace deludervi, ma non sarò io a svestirmi questa sera. La piazza di questa ridente cittadina della Padania ha eletto sua miss questa stuzzicante ragazza, già velina, letterina e schedina. E’ la figlia della precedente casalinga. La bella avrà l’onore di spogliarsi in questo piazzale ed esibire il miracolo del suo corpo: si mostrerà in tutta la propria sensualità, ostentando le sue stigmate!> Il pubblico applaude, la giovane comincia a denudarsi, mandando gli astanti in delirio. Danza, ancheggia, getta agli spettatori gli indumenti, lancia l’ultimo reggiseno… I presenti acclamano e attendono il compimento del miracolo… ma le piaghe alle mani non arrivano. La bella cerca di tergiversare continuando a ballare, dimenando glutei e seni… ma il pubblico chiede a gran voce le stigmate. Per levarsi dall’impiccio, la direttrice decide di mandare in onda i consigli per gli acquisti.

 

Dopo ventisette minuti di spot, la linea riprende da Genova. Ad assicurare il servizio vi è Tina Paralodi, che ha approfittato della pausa pubblicitaria per farsi estirpare le rughe del viso da un chirurgo. Filippa Marini nota l’espediente estetico e ringhia d’invidia. La mora annuncia dal molo: <Cari concittadini, egregi elettori! Ho l’onore di presentarvi la nuova mirabolante impresa del governo: il ponte tra Lugano e Palermo… Il viadotto sosterrà un’autostrada a nove corsie. Non finite di stupirvi e ammirare: ogni area di servizio sarà attrezzata con un parco acquatico e di un mausoleo dove sarà inumato il nostro eroico premier, Costantino Bernasconi. Quando morirà il suo corpo sarà imbalsamato, smembrato e ogni pezzo destinato ad uno di questi monumenti sepolcrali!>.

 

Verde d’invidia, la direttrice distoglie le telecamere dalla bella mora, ricollegandosi con la piazza di Voghera. La folla esasperata urla, esige le stigmate. La spogliarellista, ormai nuda, in lacrime, chiede una tregua, prova a concentrarsi, prega, suda, eppure non riesce a provocarsi le ferite né alle mani, né ai piedi. La ragazza singhiozza e invoca pietà, ma la massa inferocita vorrebbe linciarla. L’inviata interviene per calmare la moltitudine. Filippa Marini urla di rabbia, ricordandosi solo allora che ad assicurare il collegamento con Voghera c’è ancora la subalterna rivale, Tina Paralodi. La bruna giornalista sorride senza una grinza, accentua il sorriso per evidenziare l’assoluta assenza di rughe: <Mie care dame e gentiluomini, frenatevi, non siamo belve, ma persone civili, esseri dotati d’umanità! Tratteniamo la nostra voglia di linciare questa disgraziata e canalizziamo la rabbia in un rito, un’esecuzione ordinata, gentile. No, non possiamo uccidere, o peggio, trucidare questa sciagurata, solo perché non riesce a commuovere la nostra anima. Risparmiamola e limitiamoci a condannarla ad una pena più mite: crocifiggiamola!> La folla, rimane in silenzio, sbigottita… Poi la madre della condannata, batte le mani… e trascina la folla in un applauso scrosciante.

 

Dopo trentacinque minuti di reclame, il telegiornale riprende con una diretta da Napoli. Intanto in studio, a telecamere spente, la giornalista bionda e la mora duellano a colpi di bisturi. Sulla banchina del porto partenopeo appare Cuco Zucca, abbracciato da Ilona Selen Pozzi, detta la Suina, la valletta preferita del momento. Il giornalista allontana l’ancella, che si riallaccia il reggiseno. Si pulisce le tracce di rossetto e annuncia: <Cari elettori, il nostro “president” non finisce di stupefare: da oggi, il premier ci regalerà l’ottava meraviglia del mondo! Entro la fine della legislatura, il primo cittadino di questo glorioso continente costruirà un ponte tra Napoli e Barcellona. Il nuovo cavalcavia avrà dodici corsie e due toboga preferenziali. Ciascuna area di sosta sarà munita di un impianto termale, di un ippodromo e di un colosseo!>.

 

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