Anaïs Nin (1903-77)




Per un lungo momento si rotolarono insieme. Alla fine si alzarono e camminarono, portandosi dietro i vestiti. Il sesso di Louis era teso e duro, e lei godeva  a guardarlo. Ogni tanto si lasciavano cadere sulla sabbia, e lui la prendeva, sbattendola, e lasciandola calda e bagnata. E mentre camminavano ancora, uno di fronte all'altra, lui la circondava con le braccia, e la gettava per terra, cosicché sembravano cani che copulavano, a quattro zampe. Le si agitava dentro, spingendo e vibrando, baciandola, tenendole i seni nelle mani.
"Lo vuoi? Lo vuoi?" le domandò.
"Sì, dammelo, ma fai che duri, non venire; mi piace così, su e giù, su e giù."
Era umida ed eccitata. Camminava, aspettando il momento in cui l'avrebbe sbattuta sulla sabbia e presa di nuovo, eccitandola e lasciandola prima di farla venire. Ogni volta, si sentiva ancora le sue mani sul corpo, la calda sabbia contro la pelle, la sua bocca che la carezzava, e la carezza del vento.
Camminando, teneva in mano il pene eretto di lui. Poi lo fermò, gli si inginocchiò davanti e glielo prese in bocca. Lui torreggiava sopra di lei, muovendo la pancia piano in avanti. Dopo gli strinse il pene tra i seni, trasformandoli in cuscini, trattenendolo e facendolo scivolare in quel dolce abbraccio.
Storditi, palpitanti, vibranti di carezze, camminavano come ubriachi.

(da "La donna sulle dune")
 
 

Non sapeva che avevano fatto delle fessure nelle mutandine per poter essere baciate tra le gambe ai loro appuntamenti, che restavano in macchina a succhiare il pene dei ragazzi, e che la vettura di famiglia era tutta macchiata di sperma.
 
(da "Due sorelle") 
 
 
 
 
 
 

"Cosa hai fatto Michel?" Anch'io mi sentivo completamente assonnata.
Sorrise: "Ho bruciato un incenso giapponese che fa dormire. E' un afrodisiaco. Non è nocivo." Sorrideva furbescamente.
Io risi. Lina non era del tutto addormentata. Aveva accavallato le gambe. Michel le salì sopra e cercò di aprirle dolcemente con le mani, ma rimasero strettamente chiuse. poi inserì il ginocchio tra le cosce di Lina e le separò. Ero scossa nel vedere Lina così arrendevole e aperta. Cominciai a accarezzarla, mentre la svestivo. Sapeva quello che stavo facendo e le piaceva. Posò la sua bocca sulla mia e tenne gli occhi chiusi lasciando che io e Michel la svestissimo completamente. Il suo bel seno copriva la faccia di Michel. Lui le torse i capezzoli e Lina lasciò che la baciasse tra le gambe e inserisse il pene, mentre io le baciavo il seno e lo accarezzavo. Aveva belle natiche, rotonde e sode. Michel continuò ad aprirle le gambe e a battere la carne morbida fino a quando cominciò a gemere. Non voleva altro che il pene.

 
(da "Lina")