FILASTROCCA DI UNA STORIA MAI NATA

 

A volte, anche in un giorno di cielo e cappotto di sole

ti viene di chiudere il cerchio con misere parole

e allora quell’ultima tua storia creduta e dannata

decidi di esorcizzarla in rima alternata.

 

Nasce sovente un racconto che poco sa di vero

ma è ciò che hai provato ed è il tuo pensiero.

Prendilo quindi lettore come racconto di parte,

del resto nulla è imparziale in ogni forma d’arte

...anche se d’arte qui non si tratta...

 

 

Ottobre mi aspettava, l’anno pure attendeva

era un anno che sapeva di risposte chiuse in busta

camminavo io tra i monti e quel verde certo aveva

la speranza che la strada fosse proprio quella giusta

 

lo sentivo che la svolta fluttuava a me vicino

sta seduto e calmo o cuore sussurravano i pensieri

ma un sorriso catturavo se sbirciavo un pochettino

lo vedevo anche danzare sui dimenticati ieri

 

Poi l’estate e il caldo intenso, fu salvezza la piscina

e i nipoti mi calarono in un clima più maturo

mi sentivo di passaggio ma non certo sulla china

di un percorso che portava verso un magico futuro

 

E la calma continuò, la fiducia era già in tasca

e settembre tese un velo di frescura promettente

presi il cuore lo truccai, alla noia dissi basta

e pensai di cominciare col nutrire la mia mente

 

Cineforum come inizio mi sembrò certo adeguato

e del resto nulla c’era di diverso in quel momento

mentre il ballo assai promesso fu un bidone inaspettato

la scoperta fu un po’ lenta e dimenticò il tormento

 

Giovedì arrivò di corsa, dai che il mese va a finire!

sbarazzina pure io, passo acceso e mente sgombra

cena a base di cipolle, il perché vallo a capire

ma fu quello a fare luce e a portare poi un’ombra

 

Dunque sono lì seduta e un messaggio sto mandando

a una donna lieve e bella che parlò con me d’estate

in attesa stanno questi, prego prego – stan passando –

il mio fiato e le mie scuse scatenarono risate

 

Le risate furon tante e i discorsi fantasiosi

e ogni tanto un Markemilio appariva nei racconti

il mio cuore zampettava, i momenti eran gioiosi,

non pensava in quel momento alla resa poi dei conti

 

Campicello, Poldo e Ben, voi mangiate in mezzo ai boschi?

vino, aceto, e se lo beve! personaggio immaginato

ecco è lui! e lei chi è? disse un volto tra i più loschi

sono Carmen e un baciamano annunciò l’inusitato

 

Annusavo l’atmosfera e sentivo un frizzo strano

altre cose ancor volevo e impegnarmi nel sociale

Gino Strada... Portalupi? Fantasia presa per mano

caso, caso, ed al principio sol nel piede c’era male

 

Me ne andai in mezzo al fumo, mi sentivo nuova e forte

ed appuntamenti sparsi realizzavano le attese

la sua voce s’insinuava col color di foglie morte

ma le carte l’illusione non le aveva ancora spese

 

C’era un cucciolo in partenza su promesse d’arrivare

e balconi rinnovati su un autunno soleggiato

vivi adesso mi dicevo, all’aperto va a mangiare

ecco gli ultimi momenti del mio cuore scanzonato

 

...Si perché fu proprio lì che cupido prese l’arco

e il mio sguardo non sapeva di vedere quel che vide

c’era un uomo sulla strada, che il suo nome sia poi Marco

lascia stare, pensa a un lupo, con la storia poi non stride

 

C’era un lupo sulla strada, la presenza sua fatale

già graffiato era il mio cuore ma io ancor non lo sapevo

dietro a lui quella sua tana, colpo magico e finale

ed il suono di un torrente nelle orecchie ancora avevo

 

quando me ne andai stupita e stupidamente certa

quando il gusto di una cena agganciava un cielo a stelle

quando stupida pensavo che piacesse la mia offerta

quando ormai era ormai tardi per convincere la pelle

 

E tornai e poi tornai e i colori voglio dire

anche quelli in bocca al buio e al rumore di un motore

anche quelli un po’ falsati da candele sul finire

anche quelli che trovavo rovesciati sul mio cuore

 

ma su piccoli momenti io mi devo soffermare

perché so che rileggendo troverò la sensazione

e che sia poi rimasta solo unilaterale

non importa, anche il respiro vive di una sola azione

 

ed il primo da citare fu una sera alla colite

a letture chiusa in bagno e a un camino che aspettava

il profilo suo entrò e la cosa non fu mite

un computer con l’ambiente certo male si sposava

 

e quel bacio assai richiesto e frenato dalle mani

si calò sopra biscotti e stupor di compleanno

tenerezza si truccava, tentativi certo invani

gli invitati erano altri, ora i nomi non si fanno

 

se li scoprirà il lettore, se di animo è assai fino

e stupito rimarrà dietro un vago palpitare

vieni accucciati da me che la jenni è già vicino

questa storia sa di notti e di oceani e di mare

 

La lettura incominciò, dei momenti qui il secondo

lei decise che era ora, stufa a legna da imboccare

quella scala ritta ritta e alla fine un nuovo mondo

una stanza, spazio e un letto fatto per fantasticare

 

bene lui parlò di lei del sentirsi bene accolto

ma la verità aspettava un inchiostro un po’ inclemente

il dolore alla caviglia fu su un passo poco accorto

la lettrice nacque lì, da quel piccolo incidente

e il momento terzo è fatto di bocconi di magia

e di albe ad aspettare le sorprese della storia

tè fumanti nella notte che sembrava solo mia

e un amore che aspettava di ricever la sua gloria

Quarto e ultimo momento fu la luce quel mattino

poesia di colori, dell’autunno vidi il cuore

e un messaggio che corteggia rese ancor più birichino

quell’incontro romanzesco di tratteggio e di sapore

 

Or ci butto un po’ di tutto tavolozza da pittore

e ci metto le inferriate della camera da letto

una tenda e una cucina che sorpresa fu il colore

ed un ponte che ha il passato al suo magico cospetto

 

e ci metto un pomeriggio a tagliare legna e il rosso

di un maglione che discute con l’essenza del figuro

e cantucci nel vin santo, dai che il fuoco si fa grosso!

e inciampare sempre e ancora sull’attesa di un futuro

 

Cene con posate antiche, il metallo nel sapore

e tovaglie ricamate, libri e oggetti san narrare

martedì sin dal mattino conto tutte quelle ore

che lo porteran da me, che mi fan ricominciare

 

a sentirmi bene quando si discorre sul TG

e si mangian biscottini su un divano sconquassato

quando il film già visto è nuovo, basta che lui sia lì

e un massaggio riesce a dire ciò che c’è di soffocato

 

prendo poi le passeggiate poche è vero ma speciali

metto Varzi su un panino e un castello da spiegare

grigio e campi coi tuoi occhi non son certo tutti uguali

i tesori stanno sotto basta solo un po’ cercare

 

e a cercare poi si trova, spiegazioni affascinanti

un anello che conservo, quale vita avrà abbracciato?

la mia essenza lui la colse con quel paio poi di guanti

impossibili  però come amore mai sbocciato

 

ma sbocciò la convinzione che alle volte è tutto chiaro,

naturale, ovvio, vero, perfezione casuale

alle volte nel tuo mare la rivedi... è il tuo faro

quella sensazione certa già promossa a rituale

 

e la trovi quanto tutto si incatena senza intoppi

quanto mente, anima e cuore han le mani già intrecciate

quando odi del pensiero il sapore dei rintocchi

quando il nudo è quella frase di parole mai scordate

 

E ora il nudo voglio dire, come pelle, come odori

come suon di poesia che si stende sui tuoi occhi

come un prato spalancato sui suoi diecimila fiori

universo immaginato che di colpo vedi e tocchi

 

e vorresti tener tutto nel sospiro di un momento

tutto baci, ogni anfratto di una pelle di stagioni

corpo come primavera, ancor lieve... io la sento

mani come un rosso autunno senza vento, senza tuoni

 

sesso come calda estate da sdraiarsi addosso al sole

da pazzie offerte al cielo, fantasia come perno

pioggia, vento, brezza, azzurro, tutto questo nel suo odore

poi ti accucci in quelle rughe come nel tuo saggio inverno

 

Una storia che continua? No, una storia che finisce

forse il modo in cui è nata quello giusto non è stato

quale allor, se al lieto fine lei testarda pure ambisce?

un di pura fantasia, un motor che s’è guastato

 

una pioggia assai sottile, una sera di magia

lei che scende e chiede aiuto, lui che passa lì per caso

un incontro un po’ da film, l’invenzione certo è mia

uno sguardo e di lor due tutto un mondo resta invaso

 

Sì così doveva andare, il ricamo di una storia sul mantello della vita

ed invece ago e filo il destino non li prese

ora vagano in ricerca della parte non finita

e si calano nei giorni ed in dolci nuove attese

 

E pensare che all’inizio titubante lei vagava

sul pensiero che lui fosse borderline e un poco fric

e sottile nei discorsi prometteva e assicurava

che sarebbe solo stata “Liason pornographique”

 

Mai pensar di fare i conti nelle tasche della vita

alla fine stai pur certo che nel saldo ci rimetti

il disegno è già abbozzato? cambia pure la matita

e sorridi tanto nulla è mai come te lo aspetti

 

Ma una cosa resta a loro che nessuno può rubare

non il tempo, non il vento e lettore neanche tu

te la lascio qui sconfitta, fatta per accarezzare

...è un respiro trattenuto...

...è uno splendido... ...MCIU’

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